La Bellezza che cura e le relazioni umane: mostra e conferenza per celebrare i nostri 20 anni

La settimana dall’11 al 18 settembre è stata particolarmente significativa per la nostra associazione, in quanto si sono svolti due eventi celebrativi del  Ventennale di attività. L’associazione in tutti questi anni ha svolto e svolge tuttora attività di supporto agli Hospice di Forlimpopoli (creato anch’esso 20 anni fa) e a quello di Dovadola, offrendo macchinari, attrezzature e arredamenti, garantendo volontari per far compagnia alle persone affette da patologia inguaribile evolutiva e fornendo professionisti (fisioterapista, OSS, psicologo, infermieri, medici) a integrazione di quelli dell’AUSL.

La prima iniziativa è stata la mostra fotografica “La Bellezza che cura” (curata da Romina Rossi), naturale conseguenza del Concorso fotografico, ideato da alcuni volontari dell’associazione, al fine di valorizzare la bellezza, come strumento di cura anche in situazioni di malattia. Sono state raccolte circa 40 immagini messe a disposizione da non professionisti, che sono state esposte all’Oratorio San Sebastiano di Forlì dall’11 al 18 settembre: la mostra è stata visitata da oltre 300 persone. 

“Queste fotografie – spiega Alvaro Agasisti, nostro presidente – tramite diversi percorsi creativi, hanno concretizzato in modo egregio l’ispirazione dalla quale è nato il titolo tematico proposto ai partecipanti. La Bellezza prende, come emerge nelle foto, forme diverse, dalla natura all’opera dell’uomo, sempre mediata dalla presenza di qualcuno che si prende cura”. Fra tutte le foto esposte ne sono state individuate dagli organizzatori tre, che, per proprie caratteristiche, sono risultate più attinente al tema (“Maternità” di Alessia Filograna), più originale (“Cielo e terra” di Edoardo Russo), e tecnicamente più valida (“Brezza al tramonto” di Maurizio Zini). Nella serata di lunedì 12 settembre, unitamente all’inaugurazione ufficiale della mostra, ai tre autori è stata consegnata una targa ricordo, quale riconoscimento.

Il secondo evento si è svolto domenica 11 settembre presso la ex chiesa San Giacomo, adiacente ai Musei San Domenico di Forlì: si è trattato di un incontro pubblico, inserito nel programma del Festival Buon Vivere, sul tema “Le cure palliative. Una relazione umana”. La conferenza è stata introdotta da Marco Maltoni, referente scientifico della nostra associazione, che ha sottolineato i valori base delle Cure Palliative, secondo le quali anche in una situazioni di grande sofferenza continuativa nel tempo, è possibile individuare il bene e qualcosa di bello. 

“Non è certo bella la malattia, che nessuno si sceglie – ha affermato Maltoni  ma si genera il bene, quando la sofferenza favorisce un percorso di umanità alla ricerca di un senso della vita. Ed è un percorso che, nella logica delle cure palliative, la persona malata non fa da sola, ma accompagnato alla propria famiglia e da una tribù allargata che comprende professionisti, volontari ed amici”.

Augusto Caraceni, uno dei massimi esperti italiani in Cure Palliative e primo cattedratico universitario di Medicina Palliativa, ha ripercorso la storia delle Cure Palliative, a partire dalle intuizioni di Cicely Saunders, prima infermiera poi medico inglese, che per prima si rese conto del totale abbandono in cui vivevano le persone affette da malattie inguaribili: mettendosi in loro ascolto riuscì a inserire al centro di una disciplina professionale il concetto di cura al di là della guarigione (in particolare per il trattamento del dolore) e l’importanza della relazione umana con il malato. 

“Da queste innovazioni  – ha affermato Caraceni – nel 1967 Cicely fondò a Londra il St. Christopher Hospice, la prima struttura moderna in Cure Palliative, a cui tutto il mondo, noi compresi a Milano come a Forlì, ha fatto riferimento, come modello di cura per persone con patologie inguaribili. Da allora di strada ne è stata fatta tanta fino ai giorni nostri, in cui finalmente le Cure Palliative sono diventate anche oggetto di studi universitari, presso diversi Atenei italiani”.

Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena e Nonantola, si è soffermato sul concetto di bellezza, prendendo spunto dalla parabola evangelica del Buon Pastore, in cui il termine “buono” in realtà nella lingua originale greca è “kalòs”, ovvero bello. “Gesù – ha affermato don Erio – in realtà è il Pastore ‘Bello’, inteso come quello che si preoccupa dell’unica pecora perduta. La bellezza, quindi, diventa relazione, diventa prendersi cura, diventa in definitiva dono all’altro: un concetto presente allo stesso modo nelle Cure Palliative dove appunto la bellezza si esprime nella capacità di donarsi con generosità alla persona ammalata”.

Ha suscitato, infine, viva emozione la testimonianza di Monica Fantini, ideatrice del Festival del Buon Vivere, in merito alla sua esperienza di cura nei confronti di un suo congiunto. “Ho abitato tante volte l’Hospice – ha affermato fra le altre cose Monica Fantini – una casa fatta di accoglienza, competenza, silenzi, rispetto, sorrisi, mani che stringono le tue, vicinanza umana, ascolto e abbracci… Ogni tassello fondamentale per affrontare il percorso più complesso dell’esistenza, per chi lo vive e per le famiglie che gli stanno accanto: qui abbiamo trovato l’equipaggio esperto a cui affidare le nostre vele senza paura. L’umanità del prendersi cura grazie ai medici capaci di vedere, al personale addetto alle cure domiciliari portatore di sorrisi e di enorme sollievo, all’attenzione di infermiere e infermieri nel fare sentire al sicuro, alla delicatezza delle Oss e all’accoglienza generale di rapporti vissuti sin da subito come familiari”.

 

Di seguito il video integrale della Conferenza “Le Cure Palliative, una relazione umana”

 

 

 

Società Italiana Cure Palliative

Federazione Italiana Cure Palliative

Associazione Medicina e Persona

Club ‘L’inguaribile voglia di vivere’

Hospice Forlimpopoli

Hospice Dovadola

Opera Pia Zauli

IRST